martedì 24 gennaio 2012

TESTIMONE DI ENRICO


Uno dei dischi fondamentali del rock italiano per me è "Vivo da re" dei Decibel, formazione capitanata da Enrico Ruggeri nei primi anni '80. E' un album che ho consumato a furia di ascolti e che sopravvive con grande dignità allo scorrere del tempo. Ancora oggi mi capita di riesumarlo, con enorme godimento. Dopo lo scioglimento (per me, assai sofferto) del gruppo, ho seguito il cantante nei suoi primi esperimenti solistici ("Senhorita", "Polvere", "Nuovo swing"…), nei suoi primi exploit come autore per altri ("Il mare d'inverno" e la splendida "Savoir faire" per la Bertè), nelle sue sperimentazioni pop (è lui che ha creato Diana Est). Ero un grande fan di Ruggeri, all'epoca. 
Esce oggi nei negozi e su iTunes il suo nuovo album. Si chiama "Le canzoni ai testimoni" ed è una sorta di tributo a se stesso. In pratica, tredici fra cantanti e musicisti delle nuove generazioni hanno scelto e reinterpretato a modo loro alcuni brani del suo repertorio. Ruggeri ha partecipato alle incisioni in qualità di ospite, duettando con i vari cantanti. Tra i pezzi compresi nell'album ce ne sono ben tre dell'era Decibel ("Pernod" - con Dente, "Tanti auguri" - con i Linea 77, "Contessa" - coi Marta sui tubi), c'è "Tenax" di Diana Est (in versione electro con i Serpenti), ci sono capisaldi degli esordi come "Polvere" (con i Fluon, la nuova formazione di Andy dei Bluvertigo), un vecchissimo reperto come "Il lavaggio del cervello" (reinterpretato da Bugo in una suite di 13 minuti)… Insomma, un disco davvero interessante.
Ma perché ve lo sto raccontando? 
Adesso ci arrivo. Alcuni anni fa avevo scritto un racconto ispirato a Diana Est, pubblicato sul mensile Max e ora rintracciabile on line. La discografica di Ruggeri, mentre lavorava a questo album, è incappata in questo racconto su internet e mi ha contattato, proponendomi di scrivere qualcosa per il disco.
Il libretto di "Le canzoni ai testimoni" si apre dunque con una mia introduzione. 
In forma di parole, tra questi testimoni, ci sono anch'io. E in nome di quello storico affetto, mi ha fatto davvero piacere esserci. 



PS Sul sito del Corriere c'è un articolo dedicato all'album e l'anteprima dei tre video tratti. Li potete vedere qui: noterete che gli artisti  appaiono come comparse in tutti e tre i clip, una sorta di fil-rrrouge che unisce i tre diversi brani. Interessante anche questa idea. 

2 commenti:

Macsi ha detto...

Diana Est 4ever!
Grande Matteo mi ricordo il tuo pezzo su Diana Est.

Anonimo ha detto...

4ever sì, ma dove sarà finita? La ricordo durante le vacanze a Cugliate, chiacchieravamo per ore... che tempi!